VERDI - Falstaff, riduzione per canto e pianoforte [it] [eng]
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VERDI - Falstaff, riduzione per canto e pianoforte • Testo italiano - inglese

Ultimo capolavoro di Verdi, Falstaff è considerato universalmente la prova, semmai ce ne fosse bisogno, dell'incredibile statura umana e musicale del compositore. Con essa, infatti, un Verdi ottantenne abbandona tutte le cosiddette "forme chiuse" (arie, recitativi, duetti, concertati), veri e propri pilastri del melodramma ottocentesco italiano e di quello di Verdi in particolare, per abbracciare, con un guizzante ritorno all'opera comica, forme più libere, dove melodia e declamato creano un continuum apparentemente più vicino a quello stile wagneriano che, da trent'anni, veniva esaltato in Italia da una parte del pubblico. Anche l'orchestra, in Falstaff, perde il ruolo di comprimario, di semplice sottofondo dei virtuosismi vocali dei cantanti, e gli strumenti sembrano assumere a loro volta i ruoli di protagonisti al pari delle voci soliste. Il libretto, di Arrigo Boito, è tratto magistralmente da una fantastica fusione di elementi di due drammi di Shakespeare, Enrico IV e Le allegre comari di Windsor. Falstaff andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 9 febbraio 1893.