PUCCINI - Turandot, riduzione per canto e pianoforte, copertina rigida [it/ing]
PUCCINI - Turandot, riduzione per canto e pianoforte, copertina rigida • Testo italiano - inglese
Terminato il "Trittico" nel 1918, a Puccini si ripresentava, come sempre, il tormentoso problema della scelta di un nuovo libretto da musicare; la scelta cadde su un soggetto ispirato al teatro di Carlo Gozzi, la "fiaba chinese teatrale tragicomica" Turandot, di cui Puccini aveva sentito parlare in occasione della rappresentazione nel 1917, a Zurigo, dell'opera che ne aveva tratto Ferruccio Busoni. Tra il 1920 e il 1922 Puccini completò i primi due atti, e nel novembre 1923 era giunto alla scena della morte di Liù del terzo atto. Mancava il finale, con la trasformazione della protagonista da algida principessa in focosa amante fra le braccia del principe Calaf che, risolvendo i tre enigmi, l'aveva conquistata. Un finale problematico, che mise in difficoltà il musicista, anche perché ormai si facevano sentire sempre più fastidiosi i dolori alla gola dovuti a quel carcinoma alla faringe che lo porterà alla morte, a Bruxelles, il 24 novembre 1924, lasciando l'opera in compiuta. Pochi giorni dopo la morte di Puccini, l'editore Ricordi affrontò il problema della rappresentazione di Turandot; si decise di affidarne il completamento, sulla base degli appunti lasciati dal compositore, a Franco Alfano. L'opera andò in scena alla Scala di Milano sotto la direzione di Arturo Toscanini il 25 aprile 1926; in quell'occasione non venne eseguito il finale elaborato da Alfano e, dopo la scena della morte di Liù, Toscanini s'interruppe e, rivolto al pubblico, disse: "Qui finisce l'opera perché a questo punto il Maestro è morto". Secondo Arnaldo Fraccaroli, biografo di Puccini, tale era il desiderio del compositore.