Vincenzo Bellini non è solo uno dei più popolari e amati autori di melodrammi, cui si devono alcuni dei capolavori assoluti del teatro d'opera romantico; è anche la figura di musicista sulla quale sono fiorite, più che su ogni altra, leggende che da sempre la consegnano al mito.
Sorte diversa non sarebbe potuta toccare a un artista appassionato e di bell'aspetto, biondo e dagli occhi azzurri, morto nel fiore degli anni e al culmine del successo: e tutto in un'età come quella romantica, pronta a esaltare il mito del genio predestinato a una sorte tragica.
Nel caso di Bellini, dunque, è più che mai impellente la necessità di ristabilire la verità storica degli eventi e di vagliare criticamente il compositore e la sua opera, al di là dell'abbondante letteratura agiografica rigogliosamente sviluppatasi fin dai tempi più remoti.
Il lavoro di Rosselli, nell'affrontare questo compito, rilegge e reinterpreta le fonti conosciute, valuta con attenzione i documenti esistenti, adotta un metodo d'indagine rigoroso, sfatando numerose leggende e facendo giustizia di molti luoghi comuni (primo fra tutti quello di un musicista che non sa essere altro che languido ed elegiaco).
Le vicende biografiche e la personalità del compositore catanese, i rapporti con la famiglia, le donne, i colleghi, l'amico Florimo, il librettista Romani, sono tratteggiati con grande precisione; sullo sfondo è sempre presente il mondo dell'opera italiana di primo Ottocento, del quale Rosselli offre uno spaccato di rara efficacia.
Completa il quadro un'attenta lettura delle opere belliniane, tesa a cogliere le peculiarità dello stile musicale e del linguaggio drammatico. La trattatazione procede scorrevole, a volte con fine umorismo, ma è sempre sostenuta dall'assoluto rigore dello storico.
Copertina flessibile, 206 pagine