BAHR - Il povero pazzo
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HERMANN BAHR - Il povero pazzo
Almeno tre opere letterarie del Novecento si ispirarono, più o meno fedelmente, alla figura tragica e al destino infausto del compositore Hugo Wolf (1860-1903), il genio insuperato del Lied tedesco di fine Ottocento. Il dramma di Hermann Bahr Il povero pazzo (Der arme Narr, 1906) è la prima di queste operee l'unica a portare letteralmente in scena il Wolf degli ultimi anni, condannato dalla sifilide a una lenta agonia nel manicomio di Vienna. In seguito, Romain Rolland con il suo Jean Christophe e Thomas Mann con il Doctor Faustus si ispireranno liberamente a Wolf (e ad altri compositori, per tacere di Nietzsche) nel definire alcuni tratti delle complesse figure d'artista dei loro romanzi. Bahr fa irrompere invece il compositore malato di nome Hugo in un cupo borghese post-ibseniano, cartina al sole che non torna per provare a determinare chi abbia vissuto più degnamente la propria vita: Vinzenz, il fratello maggiore, ricco commerciante ora in punto di morte, o Hugo il genio sregolato, "punito" (secondo la visione moralistica del dramma gretto e rinunciatario Vinzenz) dal contagio e dalla malattia distruttiva. All'inizio del dramma, la casa opprimente e triste e i suoi personaggi irrisolti (Vinzenz, il fratello Eduard, la giovane Sophie) sembrano sospesi nell'attesa dell'annunciato arrivo di Hugo con dottore e infermiere al seguito (proprio come nelle ultime visite di Wolf agli amici, nel 1899). Al suo arrivo - un folle a tratti ancora molto lucido - un drammatico crescendo accompagna, quasi come in un'opera da camera, il confronto finale tra i due frarelli, lo scambio dei ruoli: si vedrà chi è il povero pazzo, e di quale "sangue cattivo" Sophie dovrà bere l'amara goccia.
Copertina flessibile, 154 pagine