KIENZLE - Gli dèi sono lontani • Giuseppe Sinopoli: una biografia
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ULRIKE KIENZLE - Gli dèi sono lontani • Giuseppe Sinopoli: una biografia
Giuseppe Sinopoli è stata una delle figure più originali, ammirate ecomplesse del panorama culturale degli ultimi venti anni del Novecento. Con una incrollabile fiducia nell'essere umano, è stato considerato un "filosofo del podio", un direttore di profondità leonardesca, dotato di una cultura vasta e universale, scrupoloso nell'approccio alle partiture, rigoroso nella scelta del suo repertorio musicale, tenacemente avverso alle semplificazioni. In questa biografia, Sinopoli "prenderà spesso la parola", come scrive Ulrike Kienzle, con molte citazioni tratte dai suoi scritti, dalle interviste, dalle trasmissioni radiofoniche, dai film, dalle testimonianze e dai ricordi dei suoi amici. Laureatosi in medicina nel 1971 con una tesi in psichiatria, Sinopoli ha frequentato il Conservatorio di Venezia fino al 1968 approfondendo poi lo studio della composizione con Franco Donatoni e Bruno Maderna e seguendo a Darmstadt i corsi di Stockhausen. Dopo i successi ottenuti con le sue composizioni, culminati nel 1981 con l'opera Lou Salome commissionata dalla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, decise di dedicarsi esclusivamente alla direzione d'orchestra, studiata con Franco Ferrara e Hans Swarowsky.
L’edizione italiana, a cura di Clemens Wolken, è pubblicata dalla stessa Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Si tratta della prima biografia italiana dedicata al Maestro veneziano scomparso il 20 aprile del 2001 a Berlino e il volume ne ripercorre tutta la vita, la carriera musicale e la passione per l’archeologia. La giovinezza, gli studi di medicina, quelli musicali al Conservatorio di Venezia e l’incontro con Maderna e Donatoni, l’attività di compositore, la carriera di direttore d’orchestra, la carica di direttore principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (1983-1987) e della Philharmonia Orchestra di Londra, il Festival di Bayreuth, la direzione artistica e musicale al Teatro dell’Opera sul finire degli anni Novanta e gli anni trascorsi sul podio della Staatskapelle di Dresda sono documentati con dovizia di particolari.