BISOGNI - Richard Wagner - Das Rheingeld, un fiume di danaro - Bongiovanni Musica

BISOGNI - Richard Wagner

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VINCENZO RAMÓN BISOGNI - Richard Wagner

Das Rheingeld, un fiume di danaro - ovvero Richard und Minna u. Mathilde u. Cosima u. Ludwig u. ... Parallela a quella del geniale compositore emerge qui l’altra facies sommamente negativa dell’uomo Wagner che, schizofrenicamente, non rinunziava a farsi spregevole sfruttatore di chiunque — amico, consorte, artista, statista — incappasse nella ventura di affiancarglisi in vicende esistenziali, quando solo occasionali, quando prolungate, di complessa decifrabilità. Prende sostanza, quindi, un’avventura umana in troppe occasioni afflitta da forsennata bulimia patrimoniale e conseguenti sperperi sibaritici tali da far aggio sulla grandezza, per più versi unica, del creatore Wagner, a specchio di quanto reclamavano del resto gli allestimenti delle sue opere: gigantismo strumentale e vocale, inusitato dispendio per ogni mise en scène. Indubitabilmente, bellezza e sfarzo (al limite del kitsch più osceno) costituivano gli imperativi categorici a cui Richard Wagner non riusciva a sottrarsi uniformandovi, sempre e comunque, un train de vie troppo spesso condotto riprovevolmente a spese materiali e morali di chi più l’amasse con un'inescusabile commistione di questioni de coeur et d’argent. Forse, in tal senso, la vittima maggiormente degna di solidarietà andrebbe individuata nella indifesa prima moglie, Minna, donna capace di un’abnegazione amorosa più che rara. Fu lei che, nell’imminenza del congedo da una vita più che stentata, non mancò di fargli pervenire estreme, commoventi parole dove non è difficile poter leggere il più acuto ritratto dell’immeritevole consorte: «...nel profondo del cuore, tu sei veramente buono e ne ho sempre avuto coscienza. È soltanto dalla tua mente, in cui pur alberga tanta profusione di bellezza e magnificenza, che proviene il troppo male che a volte investe quelli che ti sono intorno. Ora tutto questo sarà perdonato e dimenticato…». Così — ad onta del rigurgito di sarcasmo che pur può insorgere all’atto della narrazione documentata dell’autentico sacco perpetrato a danno di Minna, dei coniugi Wesendonck, di Ludwig II di Baviera e di una teoria quasi interminabile di vittime minori — nemmeno ci si sottrae alla considerazione che, senza quel sacco, un Wagner sarebbe stato irrimediabilmente condannato al silenzio rendendo gli orizzonti della musica ben più ristretti di quanto ora ci sia dato godere.

Copertina flessibile, 156 pagine